30 dicembre 2006

RISTORANTI - LA CARABACCIA - BIBBONA

Un ambiente piccolo e confortevole, la decorazione un po’ forzata, pochi ai tavoli di una serata infrasettimanale di bassa stagione. Gentile il servizio. Ho mangiato bene a un prezzo corretto ed anche la scelta del vino (“Ocra” non mi ricordo di chi ma comunque delle colline tirreniche) è stata azzeccata. Si sente la mano di “scuola” ma raramente si può gustare una pasta ripiena artigianale al pesce fatta con leggerezza e rispetto degli ingredienti.
La carta dei vini privilegia i vini della zona che, purtroppo, sono cari anche in presenza di ricarichi sostanzialmente corretti.

LIBRI – DAZIERI – GORILLA BLUES

Libro piacevole da leggere nel week-end. Non mi capita spesso di finire un libro velocemente ma questa volta è successo. Purtroppo non ho mai amato gli imitatori di Montalban o semplicemente, avendo letto Montalban per primo, quello che ho letto successivamente agli anni ’80 ha perso il senso della novità (Camilleri compreso, forse Izzo si salva).
Nessuna vetta di letteratura raggiunta, una trama un po’ confusa, un approfondimento del personaggio, compreso quello del doppio, un po’ carente. Ma che vogliamo da un giallo?
Le recensioni sono più favorevoli ai due romanzi precedenti. Proverò a leggerne uno.

ARCHITETTO NOUVEL LASCIA – PROGETTI PER UNA NUOVA FIRENZE

Leggo la sconfortante notizia: Nouvel abbandona la progettazione della ex area Fiat in viale Belfiore. E’ l’ennesimo addio ad una progettazione di lustro. Già diversi architetti internazionali hanno rinunciato al nostro mercato per le difficoltà politiche e burocratiche inaccettabili. E’ un peccato, l’architettura moderna è anch’essa richiamo di turismo internazionale (vedasi Bilbao). Guarda caso la vicenda è legata a Baldassini Tognozzi che certo non spicca per qualità del costruire (meglio la quantità del guadagnare). La pensilina di Isoazaki non si sa che fine farà…eppure anche i fiorentini vanno al Louvre.

04 dicembre 2006

ESSELUNGA contro COOP - 0 a 0 – il “padrone” contro gli operai

Non amo la Coop, almeno non quella che abbiamo a Firenze. Esselunga e il suo proprietario Caprotti non sono dei benefattori ma mi sembra lavorino meglio. Non ci sono ragioni politiche ma solo le mie necessità di consumatore. I motivi? Li elenco brevemente:
• non posso usare la carta di credito ma solo la carta Coop o il Bancomat. Presso l’Esselunga uso il tipo di pagamento che voglio;
• non trovo quasi mai offerte per i prodotti di marca. Esselunga ne offre a rotazione praticamente sempre; non mi si dica che i prodotti a marchio Coop sono buoni pur non essendo di marca, alcuni li trovo assolutamente insapori, meglio quelli dei discount;
• il settore vini è molto meglio gestito presso Esselunga dove si può parlare di una vera e propria enoteca, con prodotti anche di nicchia;
• il personale Coop è spesso poco attento al cliente, ho smesso di recarmi alla Coop di Bagno a Ripoli per svariati episodi di nervosismo/maleducazione.
E’ invece da riconoscere la leadership di Coop nella vendita del pesce e nell’assetto dei supermercati (modello francese). E’ con la Coop che molti di noi hanno riacquistato fiducia nei prodotti del mare, dopo molti anni in cui comprare pesce era un rischio.
Va anche detto che la Coop della fascia costiera lazio-toscana ha una differente e meno occhiuta gestione di quella che tocca a noi fiorentini-bolognesi. Molte delle critiche sopra elencate non valgono per quell’area e anzi lì si trovano prodotti buonissimi a prezzi molto corretti insieme ad offerte spesso interessanti (avete mai mangiato una pastiera ottima a 9,90 € ? o una mozzarella Francia o Pettinicchio a circa 6€?).
Infine non credo nella bella favola della cooperazione, vedo sia nella Coop che nell’Esselunga personale con turni pesanti, buste paga non pingui, insomma non vedo nessun miracolo. Né mi convince l’indisponibilità del Caprotti a vendere a Coop per idealismo puro: mi sembra una manovra, più che legittima, per stimolare migliori offerte. Condivido invece la necessaria considerazione che dovremmo fare tutti noi consumatori di voler vedere presenti sul mercato sia operatori cooperativi che imprese vere e proprie; sperando serva a difenderci dagli oligopoli.