15 febbraio 2006

FIRENZE – SORGANE - Leggo su IN FORMA Quartiere 3 – mese di febbraio – Parcheggio scambiatore. Ne vale la pena?

Continuo a sorprendermi dell’immodestia dei redattori (o dei politici collegati) della rivista. L’articolo si risolve – come molta parte del periodico - in una lode sperticata sulle azioni intraprese. Ma perché non proporsi - come vorrebbe il buon gusto - come un’amministrazione che è attiva nel concreto, difficile tentativo di prevenire e contrastare le difficoltà legate al traffico e che valuta, realizza, prova (e a volte sbaglia), ma comunque tenta di razionalizzare?
Dovremmo essere stanchi di sentire gente che si autocommemora. Si ottiene anzi, credo e spero, una risposta di diffidenza e scetticismo (a volte immeritata). Critichiamo tutti i giorni Berlusconi per le stesse metodologie aggressive a carico di un uditorio che evidentemente riteniamo, da destra e sinistra, non meriti intelligenza ed equilibrio.
Ma un politico non dovrebbe essere proprio questo? Un equilibrato e un riflessivo (chissà perché mi viene in mente Calderoli)? O devo ormai aspettarmi maggiore correttezza e buon senso dal venditore di strada, dal fruttivendolo o dal vinaio che ha bisogno di vendere anche la merce di scarsa qualità?

L’articolo è discutibile, oltre che per i toni, anche per i contenuti. Si parla della ciclabile, del mezzo pubblico (“molte le linee Ataf che servono la zona”) come se anch’essi fossero efficienti corrispondentemente alla efficienza del parcheggio. Purtroppo non è così e non lo sarà ancora per lungo tempo, come i residenti della zona ben sanno. Unica nota corretta la si ritrova nella constatazione dello squallore dell’operazione ciclabili finora posta in atto. Sarebbe interessante sapere quanti soldi sono stati buttati per non riuscire a usare bici o pattini se non per qualche centinaio di metri e rischiando il grugno a causa delle buche e degli incroci regolarmente bruciati dalle auto (giuro di aver provato ad usare le ciclabili!).

Considererei strettamente collegato a questo argomento la politica sulla mobilità dei residenti in città. Ho una conoscente a Campo di Marte, residente lì in una strada secondaria dietro lo stadio; io sono residente a Sorgane, altro quartiere ancora vivibile per le quattroruote: ma qualcuno mi può spiegare perché – per andare a trovare questa persona – devo pagare una gabella oraria o andarci solo di notte o la domenica? Come mai poi devo vedere strade semideserte durante il giorno in quanto la necessità di rotazione alla sosta ancora non c’è?!

L’interesse sulla sosta, sui parcheggi, sul movimento in generale mi sembra ormai segua UNICAMENTE e PRIORITARIAMENTE la logica del profitto e degli interessi dei grandi operatori (pubblici e privati) e non corrisponde affatto alle necessità dei cittadini. Vorrei che ci riflettessimo e ci regolassimo di conseguenza.

10 febbraio 2006